Alvaro nasce a Milano nel 1937. Le biciclette con le loro ombre, portali e davanzali fioriti sono tra i suoi soggetti preferiti. Una perfetta armonia cromatica e l’uso della spatola creano un’atmosfera di serenità e gioia. In ogni sua composizione dagli esiti formali caldi, egli esalta una natura ferma nel tempo, una realtà metafisica di azzurri, gialli, rossi, grigi e verdi. Il giallo dei girasoli, che paiono ondulare al vento, è un colore esaltato dalla luce del sole, a cui fa da contrappunto l’azzurra uniformità del cielo. Il mondo ritrovato di Alvaro è un tutto armonico, che pare togliere ogni ostacolo al raggiungimento della felicità. Alvaro conserva la matrice primaria della propria infanzia, quella del paradiso terrestre, dove egli ha potuto conoscere una felicità completa, totale. Un territorio dove la durata del sogno non può avere limiti. Per giungere a questa visione a-cronologica, l’artista milanese trasmuta il sentimento del colore in una sorta di cromia anaffettiva. La sottile punta della spatola raccoglie infinite tacche monocromatiche. Sono tasselli accostati gli uni agli altri, in una rigorosa gamma di variabili che creano scenari luminosi, immobili, astrattamente presenti. Al pittore Alvaro non interessa tanto il passato in sé e per sé, ma i valori pieni e vitali del visibile a-temporale, perché possano affluire ad arricchire il “qui ed ora”. Attraverso la figurazione, Alvaro affronta lo scorrere del tempo; lo afferra, lo blocca, lo rinchiude nello spazio della tela, quasi lo imprigiona in una determinata zona focale. Nel ciclo dedicato al paesaggio e alla natura, Alvaro gioca sulla luce come momento rivelatore di un palcoscenico magico, statico. Egli ha fede nella luce metafisica in cui la natura pare vivere sospesa, in attesa di eventi. L’ombra pare ricoprire e minacciare la luce che rivela e difende ampie tacche monocromatiche di un asfalto prospetticamente ripreso dall’alto. In questo caso, Alvaro dimostra come la luce sia sacra e portante e non debba cedere il passo all’ombra, portatrice di immagini irreali, mutevoli, di cose fuggevoli. Alvaro è l’unico pittore vivente cui Palazzo Reale a Milano abbia dedicato una personale (nell’anno 2000). Principali mostre personali: 1970 Galleria Montenapoleone, Milano 1976 Citibank, Roma 1977 Salone d’Autunno, Londra 1978 Bernheim Jeune, Paris 1983 Casinò, Sanremo 1984 Hertie, Monaco 1987 Expo Arte, Bari 1989 Atlantic Gallery, New York 1990 Galleria d’Arte Fresnada de Miguel, Madrid 1991 Gallery Ginza, Tokio 1992 Europe Art, Palexpo, Génève 1993 galleria Velasquez, Milano 1995 Miart ‘95, Milano 1996 Galleria d’arte “Portofino”, Portofino 1997 Ambasciata Inglese, Washington, D.C. 1998 Gallery “La Musa”, Washington, D.C. 2000 Palazzo Reale, Milano Collezioni pubbliche: 1977 Palazzo Unesco, Paris 1986 Cariplo, Milano 1986 Banca popolare di Milano 1987 Istituto Italiano di Previdenza 1989 Banca Popolare di Milano, New York 1989 Museo Civico, Ferrara 1989 Civica galleria d’Arte Moderna, Gallarate 1993 Severin Wunderman Museum, Irvine, CA,U.S.A 1995 Banca popolare di Milano.

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