Giuseppe Desiato nasce a Napoli nel 1935. Non lascerà la città partenopea se non per brevi periodi, rimanendogli sempre intrinsecamente legato. Negli anni 60 collabora con la rivista artistica Linea Sud, e sempre in quegli anni fa parte del gruppo di Continuum. Sin dagli esordi si distingue per un'attività prevalentemente performativa di carattere profondamente trasgressivo, che consisteva spesso nel creare, distruggere, sotterrare piccole sculture fatte di veli, fiori, immagini di volti di donne o quant'altro avesse a disposizione. Tra le performance di maggior rilievo senza dubbio va annoverata quella a Basilea nel 1974 dove Desiato coinvolge Charlotte Moorman, la famosa artista legata al movimento Fluxus, spogliandola e ricoprendola di veli, luci e fiori, sotto gli occhi tra l'altro del capostipite dell'azionismo viennese Hermann Nitsch. La maggior parte delle sue opere storiche sono andate distrutte, spesso anche da lui stesso che le disassemblava per fare dei nuovi lavori. Importante è la documentazione fotografica delle performance e degli happening che l'artista talvolta fotografava nella sua maniera onirica, ironica e orrorifica allo stesso tempo. Nonostante il suo fermo rifiuto del mercato dell'arte e delle sue dinamiche, sin dagli anni 70 numerosi galleristi e critici vicini alla Body Art e all'arte performativa in genere si sono occupati di lui. Sue notizie si trovano nella Bibbia della Body Art “Il corpo come linguaggio” scritto da Lea Vergine. Lo studio Morra di Napoli nel 1984 gli dedica una mostra personale, e varie sono in quel periodo le collaborazioni con l'archivio Francesco Conz che cura anche alcune sue edizioni fotografiche. Più recentemente in occasione dell'edizione del 2008 di Manifesta 7 a Trento viene dedicata a Giuseppe Desiato una grande retrospettiva accompagnata da un ampio volume antologico sull'artista presentato da Gillo Dorfles.